domenica 10 marzo 2013

Verrà un giorno...

Mi piacerebbe "menarmela" un po' facendo passare il titolo di questo pezzo per una citazione manzoniana di altissimo livello. La famosa (?) profezia di Fra Cristoforo nei confronti di Don Rodrigo, all'interno del sesto capitolo dei Promessi Sposi.
In realtà il mio accenno è molto più terreno e non ha nulla di metafisico.
Si riferisce, infatti, ad alcuni obiettivi presenti nella vita, o meglio nella mente, di ognuno di noi che attendiamo da sempre e che sembrano non giungere mai.
Come in un videogame, devi arrivare alla fine di un livello per poi passare a quello successivo.
Oppure in un libro, attendi con smania di concludere un capitolo e quindi riparti subito con il seguente.
Ed anche la mia vita è sempre stata caratterizzata da fasi di questo tipo, una continua corsa a tappe nella quale mi sembrava di non vedere mai l'arrivo.

(Cavolo, un preambolo serio per un brano che doveva essere divertente)

Ok, riproviamo.

Il primo obiettivo nella vita di un uomo è........ (no, non è sposarsi!!!)
Il primo obiettivo nella vita di un uomo è........ IL MOTORINO.

Ho sempre voluto il motorino.
Fin dalle elementari.
Ma per averlo dovevi compiere 14 anni.
Ohi, 14 anni, eh!!!
E quando ci sarei arrivato a 14 anni?
Mancava un sacco di tempo. E non passava mai.
(vi siete accorti che da piccoli il tempo scorre più lentamente, vero?)
Beh all'epoca per me il tempo non scorreva, si trascinava.
Io pensavo al motorino ma non sapevo ancora legarmi le scarpe.
Non avevo ancora fatto la Comunione.
Poi c'era l'esame di quinta.
Le medie.
Oddio, non avrei mai avuto il motorino.
Sarei morto prima.
Davvero eh, mi ero ormai convinto che non avrei mai compiuto questi benedetti 14 anni.

Ed invece quel giorno arrivò.
Anzi, arrivò con un giorno di anticipo.

La sera prima del mio 14esimo compleanno non ho resistito alla tentazione ed ho finalmente tagliato il primo traguardo della mia vita:
Guidare il mio splendido motorino.
Vabbè splendido, un quattrotto usato color ruggine da 48 cc di cilindrata ed una ragguardevole velocità massima di 50 km orari.
Con mia madre impaurita che mi diceva di stare attento ed andare piano.
Cioè mamma, in che senso andar piano? Che una volta mi ha superato, in retro, anche la Mea con la sua leggendaria 127 rossa. E si che mi ero anche piegato sotto il manubrio per tagliar meglio l'aria!!!
Ma non sgridatemi se l'ho usato prima di compiere i 14 anni; ero giustificatissimo.
Dovevo andare con i miei amici al cinema di Busseto a vedere un documentario cul...turale sull'estinzione delle foche in Groenlandia. Entravi in punta di piedi per sembrare più alto ed una volta dentro ti nascondevi tra le poltrone per non farti riconoscere.
Che poi, tanto, conoscevi e ti conoscevano tutti.

Ma, finalmente, il primo obiettivo era realizzato.

Inizio, quindi, le superiori e con gli amici del Liceo stabiliamo di comune accordo che, per essere considerato a tutti gli effetti un Uomo, occorreva raggiungere necessariamente 3 traguardi:
  • Prendere la patente;
  • Ottenere il Diploma di Maturità;
  • Perdere la verginità.
Vanno, ovviamente, ottenuti tutti e 3 ma senza nessun ordine di priorità.
Ed anche per questi il tempo sembrava non passare mai, soprattutto perchè, per conquistare questo mitico "Triplete", dovevi avere quanto meno 18 anni 1 mese ed 1 giorno (chi ha dato la patente sa il perchè).

Per la questione patente il vero problema è stato unicamente quello dell'attesa visto che in ogni caso avrei dovuto aspettare la maggiore età. Le prove di teoria e, soprattutto, guida, invece, essendo io un maschio (...), sono state una semplice formalità.

L'ottenimento della Maturità è stato più difficoltoso a causa di una frequenza scolastica, nel corso dell'ultimo anno, non proprio assidua. Ma all'esame orale sono riuscito a dar sfoggio della mia proverbiale ars oratoria meritandomi la Ola dei compagni all'uscita dall'aula.

Infine, perdere la verginità.
Ad onor del vero questa cosa non ha mai rappresentato una effettiva priorità per me. Sapete com'è, noi uomini non siamo particolarmente interessati al sesso.
A tal punto che non ricordo neppure con esattezza tutti i dettagli ed i particolari di quanto avvenuto in quei lunghissimi 14 secondi...


Fatto sta che un giorno mi incontro con la mia amata Elsa e lei mi dice:
"Massi sono incinta."
 allora io, ingenuo:
"Beh, prendi un Aulin."

ma lei continua:
"Non hai capito, non vedi che ho la pancia?"
 io, attonito, ribatto:
"Ma, amore, a me piaci anche un po' rotondetta."

l'Elsa inizia ad innervosirsi:
"Massi, aspetto un bambino!"
  ed io, tranquillissimo:
"Bene, io invece aspetto Mighel che poi andiamo a fare un giro in moto."

A questo punto lei perde la pazienza e mi urla:
"Ho fatto una visita ginecologica, sono al 5° mese di gravidanza, ci dobbiamo sposare, diventerai papà e devi dire tutto ai nostri genitori!!!!"
BOOOOMMMMMM
"Nonononononononononononono, io a Merigo non dico un cazzo."


Purtroppo, volente o nolente, il passaggio dai neo nonni andava fatto. Ed io, molto coraggiosamente, scelsi di cominciare da papà Luigi.
Il discorsetto, preparato in ogni dettaglio per giorni e giorni davanti allo specchio, faceva più o meno così:

"Pà, vieni di qua in sala un minuto che ti devo dire una cosa. Però siediti sulla poltrona che stai più comodo e poi non si sa mai... Anzi, meglio sul divano va.
(piccola pausa teatrale con annessa presa d'ossigeno rinvigorente)
Ti ricordi quando mi dicevi che se avevo un problema avrei potuto sempre parlarne con te??? Ecco, l'Elsa è incinta, io diventerò papà (sottinteso, tu nonno), devo lasciare gli studi, iniziare a lavorare, sposarmi e metter su casa. Tu, ovviamente, pagherai tutte le spese."

ma lui, dopo un attimo di esitazione:
"Ahahahahahahahahaha grande Massi, ti va sempre di scherzare, burlone che non sei altro."

Ed uscì dalla sala col sorriso sulle labbra.

Niente dai, andrà meglio con Merigo (ahhhhhhhhhhhhhhhhhh), pensai.
Salgo, quindi, in casa Bergamaschi dove già mi aspettavano in salotto la Elsa con mamma Rosanna (lei già al corrente di tutto) e mi siedo in attesa dell'ingresso del temibile suocero.
Questi, appena arriva, si piazza all'entrata della sala e, dall'alto del suo metro e ottanta, con sguardo sospettoso esclama:
"Cu suceda chè?"

A quel punto attacco, bello baldanzoso, con la mia arringa studiata a memoria:
"Buongiorno Signor Bergamaschi, io e sua figlia Elsa abbiamo pensato di ottimizzare le nostre risorse umane unendo le rispettive energie ed occupando gli spazi strettamente necessari a migliorare la qualità della vita di questa vostra splendida abitazione. Inoltre, tenuto conto del rapporto metratura/inquilini, abbiamo ritenuto opportuno aumentare il sopra citato nucleo familiare di una ulteriore unità preferibilmente nuova di zecca. Naturalmente è fortemente gradita una vostra partecipazione alle spese."

Lui è imperterrito e si limita ad un semplice:
"Ètt bivì???"

A sto punto, spazientita, interviene in tackle la Rosanna:
"Merigo, l'Elsa lè piena c'me n'ov."

L'amabile suocero mi fissa con gli occhi pieni di disprezzo ed esclama:
"Ecco, al sava me ca che lù l'era un delinquent!!!"

E se ne va sbattendo la porta.

Fu così che, con un sol colpo (letterale...), raggiunsi 3 nuovi traguardi contemporaneamente: diventare uomo (...), marito e padre.

A dire il vero anche il giorno del parto sembrava non arrivare mai, eppure mancavano solo 4 mesi alla nascita. Finchè un bel giorno torno a casa e vedo la Elsa con in braccio qualcosa di vagamente somigliante ad un essere vivente.

Lei mi guarda, tutta raggiante, e mi fa:
"Allora, ti piace il nuovo arrivato?"

io sono un po' perplesso: "Uhm, dove l'hai comprato?"
lei: " Rispondimi. (Cretino)"

io: "Dovrei pensarci un attimo, per dire, sporca molto?"
lei: "Sempre meno di te. (Idiota)"

io: "Ok ma  è rumoroso?"
lei: "Beh non rutta e non scoreggia quindi forse non è tuo. (Asino)"

io: "Vabbè ma quanto consuma?"
lei, sarcastica: "Poco, va  a metano. (Deficiente)"

ed io, finalmente più tranquillo:
"Bene allora per adesso lo teniamo, poi semmai esercitiamo il diritto di recesso!"


Ecco, la vera ironia della vita sta proprio in questo:
quando sei piccolo, ragazzo o giovane i momenti che attendi sembrano irraggiungibili e non arrivano mai abbastanza velocemente. Appena diventi adulto, invece, tutto si capovolge, i giorni scorrono rapidissimi, non fai in tempo a pensare ad un obiettivo che subito l'hai raggiunto e superato.
Ed io già mi vedo, in un futuro ormai dietro l'angolo, centenario, vecchio e decrepito, seduto sulla mia sedia a rotelle ad energia nucleare che guardo l'Inter sul nuovissimo televisore da 100 pollici a 4 dimensioni mentre insulto l'arbitro che si è nuovamente fatto corrompere dagli odiati juventini.

Ma nella mia testa c'è un solo pensiero:
"Ahhhhh, cosa darei per poter guidare ancora il mio motorino."






2 commenti:

  1. che bello leggerti cugino. e che bella la tua storia. sembra vera...

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  2. Grazie Ale, tutto bene tu?
    (che poi non so se saprai mai che ti ho risposto qua su....)

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